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Channel: I filmorri
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It Follows

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-Ciao, caro amico immaginario e pretestuoso con cui sto prendendo una altrettanto immaginaria birra al solo scopo di assecondare il signor Filmorri nelle sue velleità dialogiche per questa recensione.
-Haha! Caro David Robert Mitchell, sei proprio un giovane cineasta americano con all’attivo un solo film ma con tanta voglia di spaccare il mondo. Anche se in teoria eravamo già qui a bere, ti risaluto anch’io. Ciao.
-Sai a cosa pensavo? Che per fare un filmorro che sollazzi il pubblico di hipsteracci orrendi che affollano i cinefestival e contemporaneamente essere preso sul serio, dovrei girare qualcosa che faccia leva su una paura contemporanea.
-Sì, hai ben ragione, ci ha rotto il cazzo tutto questo citazionismo vacuamente postomoderno. Per dire, il teaser dell’ultimo di Rob Zombie mi ha fatto accapponare la pelle, nessuno ha più voglia di seghine da cinefili.
-Yup. Pensavo di fare cose con la gente che ti guarda su Internet.
-In che senso?
-Sai, una roba tipo che da quando c’è l’Internet sei sempre esposto e la gente ti guarda ed è disturbante.
-Ma fai tanto lo spaccone e poi te ne esci con queste minchiate? E poi c’è già Kairo, o anche roba vecchia sul genere tipo Peeping Tom anche senza l’Internet, o anche quell’ultimo di Vigalondo.
-Primo: piantala di mettere link nel discorso, abbiamo capito che hai visto i filmorri e non fare lo spesso. Secondo: non voglio fare una cosa con gli schermi, pensavo tipo a un metaforone, non serve manco che sia ambientato ai nostri tempi. Terzo: l’ultimo di Vigalondo è una cacata.
-E quando lo ambienteresti?
-Tipo primi anni 60.
-Fashion victim dei miei coglioni.
-Non eri così aggressivo fino a un minuto fa, comunque ok, gli anni sessanta piacciono, e piacciono pure a me. Pensavo a una roba così: c’è una maledizione che la gente ti segue.
-Cioè tipo per strada? Quanta gente?
-Boh tipo uno solo. Ti segue dappertutto a piedi. Però ecco, ogni volta ha una faccia diversa, che non sai mai chi è, proprio come sul compiuters, e lo vedi solo tu. Così poi puoi fare le scene che ti pigliano per pazzo e finisci all’ospedale e quando senti i passi in corridoio sei tutto turbato, e mille altri trucchetti ficosi.
-Non sembra malaccio. Ma come ti arriva la maledizione?
-Beh ecco…
-Sì?
-Scopando.
-Sei serio?
-Boh ma secondo me alla fine ci sta, tutta questa cosa di sovresporsi su Internet sottende una sorta di tensione sessuale, è una specie di esibizionismo più o meno forzato…
-Secondo me vuoi solo far vedere del sesso decontestualizzato e aggratis.
-E ANCHE SE FOSSE?! Ti passa meglio così, non è che possiamo tutti fare i Polanski, c’è una tradizione di cinema americano per cui sesso implica cosebbrutte, siamo pur sempre figli di una nazione fondata da ladri, pervertiti e quaccheri, non è che devi star lì a fare quello irriducibile ogni volta, può anche essere divertente un filmorro no?
-Ma non vuoi fare una cosa tutta impegnata e cerebrale e profonda?
-Sì, ma voglio anche le chiappe, e voglio anche che la gggente se la spassi.
-Ok. Non può essere un capolavoro una cosa del genere lo sai?
-CAZZATE. E poi, senti questa, ho un amico che fa i suoni che è un genio.
-Woaoao brrr fssst! Boom boom…
-Ciao amico dei suoni!
-Sono un po’ confuso.
-Non preoccuparti, il senso è che il sound engineering sarà una delle cose che renderanno indimenticabile il film.
-Sì ma poi come tiri avanti la storia con una trama del genere? Cosa può mai accadere?
-Tu non preoccuparti, ci saranno giovani raga, amore, schiaffoni, spaventelli, gente che spia a random per sottolineare il metaforone ma senza trombonare troppo, corse pazze, pianti, baci, gore, e un finalone epico, kitsch ed incalzante, il tutto spruzzato con qualche perdonabilissimo buco di sceneggiatura. Fidati, sarà una bomba.


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